Sono moltissime le forme di violenza, fisica e psicologica, a cui ogni giorno vengono sottoposti uomini e donne. Certamente, la violenza sessuale è uno degli atti più crudeli è disonorevoli per l’essere umano.
Le vittime sono prevalentemente donne e bambini. La violenza continua e si dilata negli assurdi e crudeli tentativi di manipolazione della verità, ove spesso le vittime diventano colpevoli e viceversa; spesso tale atto di dominio e sopraffazione non viene addirittura preso in considerazione in tutta la sua gravità, attraverso l’umiliazione, il non riconoscimento ed una generale mancanza di solidarietà che la società riserva alle vittime degli stupri.
Cosa fare immediatamente dopo uno stupro
Dopo aver subito una violenza sessuale, per quanto la disperazione e l’umiliazione prendano il sopravvento, la cosa più importante da fare è non lavarsi (è il modo più efficace per provare la colpevolezza dello stupratore) e recarsi il più presto possibile in uno dei seguenti servizi: in un centro anti-violenza; in ospedale (reparto di ostetricia e ginecologia); dal ginecologo di fiducia; presso le associazioni di tutela ed assistenza alla donna provviste di un servizio ginecologico.
Durante la visita il medico provvederà ad effettuare un prelievo del muco vaginale, per verificare la presenza di sperma del violentatore: il suo DNA ed eventuali infezioni. A tal fine potranno essere eseguiti anche prelievi da altre parti del corpo, che sono venute in contatto con il liquido seminale o con la carne dello stupratore (ano, unghie, etc.).
Di norma, si effettua sempre un prelievo di sangue. Se ritenuta necessario, viene prescritta una terapia, rilasciando la prognosi con l’indicazione dei giorni previsti per la guarigione. In seguito a uno stupro, può essere molto utile il supporto di uno psicologo ed, eventualmente quello legale: le associazioni di difesa della donna sono le più fornite e preparate.
In questi casi, si consiglia sempre di andare il prima possibile alla polizia per fare una denuncia (occorre rilasciare il referto medico). Denunciare l’aggressore è un diritto che dovrebbe essere sentito dalle vittime come un dovere: sia nei propri confronti, per un senso di rivalsa e di giustizia, che per la salvaguardia dell’intera società, prevenendo il rischio di altre potenziali vittime di una violenza sessuale. Lo stupro è un vero e proprio reato contro la persona, che non trova giustificazioni in nessun caso.
Tecniche di difesa ed armi di fortuna
Qualora se ne abbia la possibilità, mordere collo, dita, orecchie, naso o qualsiasi altra parte sensibile dell’aggressore, stringendo i denti con tutta la forza possibile.
Se il suo volto si trova immediatamente davanti al vostro, assestargli un colpo testa alla radice del naso con la parte superiore della testa, facendo molta attenzione a prendere bene la mira (altrimenti il danno potreste procurarvelo voi); se non vi è possibile perché siete più molto più bassi lui, potete portare la testata verso il suo mento, con un movimento dal basso verso l’alto.
Se avete unghie lunghe e affilate, graffiate il viso dell’assalitore, mirando gli occhi; altrimenti, serrare correttamente le dita per portavi un pugno.
Afferrate i suoi capelli (se abbastanza lunghi) e strappateli con forza: oltre a provocare dolore, stimola le ghiandole lacrimarie: in questo modo al sua vista potrebbe offuscarsi, dandovi il tempo necessario per sferrare altri colpi (la ginocchiata ai testicoli è sempre la più efficace) o, meglio, per fuggire. Se i vostri arti superiori sono in parte immobilizzati, ricorrete alle pressioni o alle torsioni con le mani presso le zone più sensibili del suo corpo: testicoli, capezzoli, naso e orecchie; una pressione dei pollici nella zona oculare potrebbe risultare molto efficace.
Anche gli oggetti più comuni di uso quotidiano, in questi casi, possono rappresentare un ottimo strumento di difesa. Matite, biro e stilografiche possono diventare pericolose armi da punta, soprattutto se indirizzate verso gli occhi, la gola o i testicoli dell’aggressore. Schede telefoniche o magnetiche possono servire per i colpi di taglio. Le chiavi, si possono adoperare anche per rendere più potenti e dolorosi colpi e pugni, lasciandole sporgere tra le dita.
Borse e valigette, ombrelli, pettini e spazzole, etc.: sono moltissimi gli oggetti che possono tramutarsi, all’occasione, in armi di difesa. L’importante è la tempestività, la prontezza di impugnare un oggetto apparentemente innocuo e scagliarlo od adoperarlo violentemente contro l’aggressore, sfruttando a proprio vantaggio l’ambiente circostante.