In tutte le culture e in ogni parte del mondo, il profumo ha rappresentato un elemento essenziale della vita umana, sia dal punto di vista della cosmesi che per le valenze sociali e religiose attribuite alle varie essenze fin dai tempi più antichi.
Inizialmente venivano utilizzati solo fiori, erbe e resine. Molto presto l’uomo primitivo scoprì che, per effetto del calore, balsami resine rilasciavano i propri effluvi in modo ancora più efficace e rapido, rispetto al profumo emanato naturalmente, e così iniziò ad ingegnarsi anche su tutti i procedimenti di fabbricazione ed estrazione delle essenze.
Gli Egizi adoperavano i profumi nelle tecniche di sepoltura: alle varie essenze era attribuito
il potere di accompagnare il defunto nell’al di là, rappresentandone il relativo prestigio anche nella vita ultra-terrena. Il profumo, agli occhi degli antichi, elevava spiritualmente il corpo e lo guariva dai suoi mali, permettendo loro di avvicinarsi al divino.
Agli storici Greci e ai loro scritti, soprattutto a quelli di Erodono, si deve la conoscenza degli antichi procedimenti di estrazione dell’incenso e della mirra. Questo popolo utilizzava i profumi per ungere i leggendari atleti dell’epoca. Le essenze venivano conservate in vasi molto eleganti, di ceramica o di terracotta.
I Romani, invece, furono i primi ad utilizzare e bellissime ampolle di vetro, apprezzando la proprietà, tipica di questo materiale, di riflettere la luce esterna sul profumo contenuto all’interno. Essi adoperavano il profumo su ogni superficie: da quella del proprio corpo e dei capelli agli abiti ed il letto, dai templi, le tende, e vele delle navi fino alle schiave ed ai cavalli.
Gli Arabi Islamici, amatori delle fragranze sensuali e delle cose belle, inventarono il processo di distillazione tuttora conosciuto.
Nel Medio Evo, in Occidente, al profumo era attribuita una funzione esclusivamente religiosa: mirra ed incenso venivano bruciati nelle chiese durante ogni genere di funzione, mentre l’utilizzo dell’essenze per profumare la propria persona era considerata cosa grave ed empia.
Solo nel Rinascimento il potere cosmetico delle essenze venne nuovamente apprezzato. Caterina de’ Medici, quando si recò in Francia, portò con sé il suo profumiere personale ed insegnò agli artigiani che lavoravano il cuoio a profumare i suoi guanti, che altrimenti emanavano un odore sgradevole. Ebbe così inizio una produzione di profumi sempre più vasta ed articolata, specie nella regione di Grasse. Uomini e donne iniziarono a scegliere i profumi in base al loro stato d’animo ed in funzione della moda del momento: si dice addirittura che il re di Francia Luigi XV cambiasse profumo ogni ora e che possedesse, per ognuno, un’ampolla preziosa e raffinata.
Nel XIX secolo nacquero le prime ditte per la produzione e la vendita dei profumi in serie: prima di allora, infatti, venivano preparati per i singoli utilizzatori dietro apposita ordinazione. Inoltre, con la rivoluzionaria scoperta delle degli elementi sintetici aldeidi, la produzione dei profumi subì un ulteriore evoluzione, sia dal punto di vista del processo do fabbricazione che in termini di varietà delle essenze.