Andropausa

Andropausa

L’andropausa consiste in un calo del testosterone, causato soprattutto da un deficit ormonale: a partire dai 30 anni, infatti, la quantità di testosteroni tende a diminuire di una percentuale pari a circa all’1% annuo.

Stabilire l’età precisa in cui ha inizio l’andropausa è impossibile, proprio in virtù dei molteplici fattori che la determinano: si può comunque affermare che il fenomeno assuma rilevanza clinica a partire dai 50-55 anni.
La sintomatologia generalmente prevede: calo del desiderio, erezioni più deboli, depressione, sonnolenza, dimagrimento e riduzione delle capacità atletiche e lavorative.
A causare un progressivo calo dei livelli di testosterone contribuiscono anche ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, consumo eccessivo di alcool, fumo e diete inadeguate.

Le modalità di transizione dalla maturità sessuale all’andropausa sono certamente diverse.
Alcune volte l’esordio si manifesta in forma acuta: il soggetto sembra passare improvvisamente da uno stato di efficienza ad una condizione di astenia o di vera e propria inefficienza sessuale. In questi casi il soggetto non è stato in grado di rendersi conto del progressivo decadimento e tende ad attribuire la difficoltà sessuale ad una situazione o un evento preciso: si costruiscono spesso e rapidamente meccanismi psicologici di rafforzamento, capaci soltanto di esasperare ulteriormente la difficoltà sessuale. In altri casi l’individuo slitta lentamente da uno stato all’altro, dalla maturità alla decadenza, senza particolari conseguenze traumatiche.

Le due fondamentali funzioni del testicolo, secrezione dell’ormone maschile e produzione degli spermatozoi, tendono con l’avanzare degli anni a perdere di efficienza. Negli individui sopra i 70 anni i testicoli sono più piccoli ed anche la capacità riproduttiva, seppur conservata, si riduce progressivamente. Nel soggetto anziano, inoltre, si osserva un progressivo incremento nel sangue dell’ormone femminile, l’estradiolo.

L’andropausa, diminuendo la capacità del soggetto ad avere erezioni rigide, rende difficile e a volte impossibile la penetrazione. L’erezione tende a durare di meno e la detumescenza peniena post-eiaculatoria è più rapida a verificarsi. Il cosiddetto periodo refrattario, ovvero il tempo necessario affinché a seguito di una eiaculazione sia possibile ottenere una nuova erezione, tende invece ad aumentare, fino a raggiungere in alcuni casi le 24 ore (nei soggetti giovani può essere anche di pochi minuti).

La risposta eiaculatoria ed orgasmica diminuiscono progressivamente: l’uomo può continuare il rapporto sessuale senza sentire la necessità della scarica orgasmica. Decresce anche la forza di espulsione del liquido seminale: esso tende a scorrere verso l’esterno piuttosto che schizzare fuori. orgasmiche divengono meno intense.

 
 
 

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