Visita andrologica
Un’indagine americana ha rilevato che gli uomini tendono a sottoporsi alla loro prima visita andrologica circa 3 anni dopo il manifestarsi della condizione di disfunzione erettile.
Prima di qualunque esame eseguito con apparecchiature diagnostiche, il paziente viene visitato ed ascoltato con attenzione dall’andrologo, attraverso 3 momenti fondamentali: la compilazione di un questionario psicorganico, le analisi di laboratorio e l’esame clinico. In questo modo si otterranno una serie di elementi che permetteranno di avanzare una prima ipotesi di diagnosi, alla quale potranno seguire ulteriori indagini di laboratorio e/o strumentali.
- Il questionario psicorganico: contiene una serie di domande finalizzate a tracciare l’anamnesi del paziente, ovvero la sua storia clinica, e a delineare la situazione sociale, famigliare e psichica dell’ individuo. E’ necessario individuare le eventuali cause psichiche dell’impotenza, valutando i suoi stati di ansia (il tono dell’umore, il ritmo del sonno e dell’appetito) e quantificando lo stress ed i fattori di rischio neurovascolare.
- Le analisi di laboratorio: consistono in semplici esami del sangue e in alcuni approfondimenti mirati ad ottenere un quadro completo delle condizioni metaboliche del paziente e a verificare l’esistenza di eventuali alterazioni generali, in particolare: glicemia, assetto lipidico, funzionalità epato-renale, dosaggio di vari ormoni tiroidei, ipofisari quali LH, prolattina e androgeni (testosterone libero e diidrotestosterone), e dosaggio dei radicali liberi.
- L’esame clinico: l’andrologo esamina il soggetto attraverso una palpazione degli organi genitali, al fine di individuare i segni di possibili squilibri ormonali: dimensioni dei testicoli, rapporto tra la larghezza del bacino e quella delle spalle, quantità e distribuzione della peluria, eventuale ginecomastia, etc. Si rileva la presenza dei riflessi nervosi genitali, tra i quali quello bulbo-cavernoso (pungendo leggermente il pene si contrae involontariamente lo sfintere anale). Infine, viene esaminata la situazione circolatoria generale, per controllare che non ci siano indurimenti fibrosi o incurvamenti congeniti: a tal fine, si verificano le condizioni della circolazione locale e lo stato dei corpi cavernosi del pene.
Se il paziente ha più di 50 anni, o qualora soffrisse anche di disturbi urologici, la visita comprenderebbe anche un’ulteriore verifica: l’esplorazione rettale, finalizzata ad individuare la presenza di eventuali malattie venose anali e per valutare lo stato di salute della prostata.
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