Anoressia

Anoressia

L’anoressia è un grave disturbo alimentare di origine psicologica che colpisce prevalentemente il sesso femminile, specie nella fascia d’età 14-24 anni. Spesso, infatti, esse superano la linea di confine tra una dieta ipocalorica ed una vera e propria ossessione per il cibo, soprattutto se crescono in ambienti o contesti dove la forma fisica è messa fortemente in risalto (moda, sport agonistico, scuole di ballo, etc.).

Anche la predisposizione famigliare gioca un ruolo importante: molte volte l’origine del disturbo è legato alla relazione che intercorre con la madre. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, i familiari si rendono conto del problema quando la situazione è ormai degenerata.

Esistono le seguenti forme di anoressia:

- Anoressia nervosa restrittivaIl sintomo più evidente è una notevole perdita di peso. Il soggetto inizia una sorta di digiuno alimentare, che spesso comporta disidratazione per insufficiente assunzione di liquidi.

- Anoressia precoce I sintomi sono i medesimi di quelli relativi alla forma nervosa restrittiva, la differenza è che si manifesta in età assi precoce. Può portare a forme di arresto della crescita fisica. A volte per la cura è necessaria la presenza della madre alle sedute di psicoterapia, per risolvere il conflitto mamma-figlia, la causa più comune di tale disturbo.

- Anoressia nervosa compensatoria
Causata da gravi disturbi psichici, è sicuramente la forma di anoressia più pericolosa. Alcuni soggetti dichiarano addirittura di sentire voci che li incitano ad un completo digiuno. Molte volte si accompagna ad ossessioni vere e proprie, come ad esempio la ripetizione continua di determinati gesti in particolari momenti della giornata.

L’anoressia, in qualsiasi sua forma, deve essere curata attraverso la psicoterapia, individuale o di gruppo a seconda della valutazione di uno specialista. La terapia individuale è più idonea per coloro che soffrono anche di altri problemi psicologici ed, in ogni caso, in tutte le situazioni particolarmente delicate che richiedono un trattamento personalizzato.

Comportamenti individuati dagli individui affetti da anoressia

Per combattere la fame consumano i propri pasti, ridotti a meri spuntini, in modo estremamente lento, abbandonando il cibo non appena avvertono lievi sensazioni di gonfiore o di pesantezza. Solitamente tendono a mangiare da soli, lontano dalle altre persone, sempre alla stessa ora e nello stesso posto. A volte divengono addirittura maniacali, predisponendo piatti, posate e bicchieri rigorosamente nella medesima disposizione. Per calmare la fame e limitare l’assunzione di calorie, preferiscono le spezie al sale, bevono molta acqua (soprattutto calda) e mettono in atto quella che viene definita “alimentazione vicaria”.

Essa consista nel desiderio di vedere mangiare gli altri, sentendosi appagati al posto loro, magari collezionando ricette e preparando pasti altrui. Quando la fame diviene incontrollabile, l’anoressia porta addirittura ad immaginare di compiere vere e proprie abbuffate, magari sognando ad occhi aperti davanti a qualche vetrina.

Per superare il senso di colpa, dopo i pasti contano le calorie assunte in modo minuzioso e ossessivo e intraprendono attività fisiche frenetiche per smaltire quanto ingerito. In alcuni casi, sputano il cibo, si auto-inducono il vomito ed abusano di lassativi e diuretici.
Si guardano sovente allo specchio, controllando continuamente il proprio peso sulla bilancia; si toccano il corpo per sentire le ossa, tendono a nascondere agli altri la propria condizione indossando vestiti molto larghi e mentendo sul proprio peso e sulla propria dieta, nascondendo e gettando via il cibo.

Evitano i contatti sociali per non dover subire la disapprovazione degli altri e, soprattutto, per non dove essere costretti a mangiare con loro. In questi casi, l’umore varia in base peso: se si mantiene costante, o “meglio”, cala ogni giorno, la persona anoressica si sente felice e soddisfatta; al contrario, diviene triste e ipercritica appena aumenta anche di un solo etto, considerandolo un fallimento personale.

 
 
 

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